Il TFR, acronimo di Trattamento di Fine Rapporto, è un importo riconosciuto ad un dipendente al termine del rapporto di lavoro con un’azienda, qualsiasi sia il motivo: dimissioni, licenziamento o pensionamento.
Si tratta di una forma di retribuzione differita che si accumula durante gli anni del rapporto di lavoro e viene corrisposta al momento della conclusione. Potremmo definirla una sorta di “salvadanaio” per il futuro, utile per affrontare spese impreviste, finanziare progetti o integrare la pensione.
E’ chiaro che il TFR riveste un’importanza cruciale per i lavoratori dipendenti. Si tratta di qualcosa di molto più importante che una semplice voce in busta paga ma è un importo che può davvero fare la differenza in diverse fasi della vita.
Il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) non è un concetto nuovo nel panorama lavorativo italiano. Le sue radici affondano nel lontano 1927, quando venne introdotto con l’obiettivo di tutelare i lavoratori al termine del rapporto di lavoro. Inizialmente, il TFR era concepito come una forma di indennità di licenziamento, una sorta di “paracadute” per affrontare il periodo di transizione verso una nuova occupazione.
Nel corso degli anni, il TFR ha subito diverse modifiche e riforme, adeguandosi alle mutevoli esigenze del mercato del lavoro e alle politiche economiche del Paese. Negli anni ’70, ad esempio, il TFR ha assunto una maggiore rilevanza sociale, diventando una forma di risparmio forzoso per i lavoratori e un importante strumento di finanziamento per le imprese.
Negli anni ’90 e 2000, il TFR è stato oggetto di dibattito politico e sindacale, con proposte di riforma volte a renderlo più flessibile e adattabile alle esigenze dei lavoratori. Nel 2007, è stata introdotta la possibilità di destinare il TFR ai fondi pensione complementari, aprendo nuove opportunità di investimento e previdenza integrativa.
Perché il TFR è importante?
Sicurezza finanziaria:il TFR offre una rete di sicurezza in caso di imprevisti come la perdita del lavoro oppure spese mediche impreviste.
Progetti personali: i fondi possono essere utilizzati per finanziare un progetto come l’acquisto della prima casa, l’istruzione dei figli o l’avvio di un’attività imprenditoriale.
Integrazione della pensione: può contribuire a garantire un tenore di vita dignitoso durante la pensione, soprattutto in un contesto di incertezza previdenziale.
Rendimento:se investito in modo attento, come ad esempio un fondo pensione complementare, il TFR può generare rendimenti interessanti nel tempo.
Calcolo del TFR
Il calcolo del TFR può sembrare complesso ma solo a prima vista perché, in realtà, si basa su una formula piuttosto semplice ed intuitiva.
Il TFR lordo si ottiene dividendo la retribuzione lorda annua del lavoratore per 13,5.
Quindi:
TFR LORDO = Retribuzione annua lorda / 13,5
Supponiamo che un lavoratore abbia una retribuzione annua lorda di 30.000 euro. Il suo TFR lordo annuo sarà pari a 2.222 euro
Va tenuto conto che il TFR lordo annuo viene rivalutato ogni anno per tenere conto dell’inflazione e garantire che il suo valore non si perda nel tempo. La rivalutazione viene calcolata applicando un tasso fisso del 1,5% e un coefficiente ISTAT calcolato in base all’andamento dei prezzi.
L’importo del TFR lordo naturalmente non è quanto un lavoratore percepirebbe ogni anno perché da quell’importo vanno sottratti tassi e contributi dovuti con un’aliquota fiscale che varia in base ad anzianità e all’importo del TFR.
La rivalutazione annuale
Dicevamo che il trattamento di fine rapporto viene rivalutato ogni anno proprio per tutelare il potere d’acquisto dei lavoratori e garantire che il valore accantonato non vada perdendosi con l’inflazione.
Tasso fisso dell’1,5%:è un tasso garantito per legge che assicura una crescita, benché minima, del TFR indipendentemente dalla situazione economica globale.
Indice ISTAT: questa componente tiene conto dell’inflazione, ovvero dei prezzi al consumo.
Facciamo un esempio pratico.
Supponiamo che Anna, una lavoratrice dipendente di un’azienda, abbia accumulato un TFR di 10.000 euro nel 2023. Se l’indice ISTAT FOI a dicembre 2024 registra un aumento del 2% rispetto a dicembre 2023, la rivalutazione del TFR sarà la seguente:
Componente fissa: 10.000 euro x 1,5% = 150 euro
Componente variabile secondo indice ISTAT: 10.000 euro x (2% x 75%) = 150 euro
Rivalutazione totale: € 300
Il TFR di Anna rivalutato al 31 dicembre 2024: 10.300 euro.
Coefficiente di rivalutazione:
Per semplificare il calcolo, ogni anno viene pubblicato un coefficiente di rivalutazione del TFR, che tiene conto sia del tasso fisso dell’1,5% che della variazione dell’indice ISTAT. Questo coefficiente si applica al TFR accumulato per ottenere l’importo rivalutato.
Quali sono le scelte del lavoratore sul TFR?
Entro sei mesi dalla data di assunzione, Anna deve decidere cosa fare del proprio TFR ed ha due opzioni: lasciarlo in azienda oppure destinarlo ad una forma di previdenza complementare.
Si tratta di una scelta personale che ogni dipendente deve compiere autonomamente ma è giusto evidenziare le differenze tra le due opzioni.
Caratteristica | TFR in azienda | TFR in fondo pensione |
Rendimento | Rivalutazione annuale basata sull’inflazione (75%) e un tasso fisso dell’1,5% | Potenziale rendimento più elevato, legato all’andamento del mercato finanziario e alla tipologia di fondo scelto |
Rischio | Rischio di perdita in caso di fallimento o difficoltà finanziarie dell’azienda | Legato all’andamento dei mercati finanziari, ma diversificabile attraverso la scelta di fondi con diverso profilo di rischio |
Tassazione | Separata con aliquote variabili in base all’anzianità di servizio e all’importo del TFR | Agevolata con aliquota dal 15% al 9% a seconda degli anni di permanenza nel fondo |
Flessibilit | Possibilità di richiedere anticipi in alcuni casi previsti dalla legge | possibilità di riscatto parziale o totale in alcuni casi previsti dalla legge |
Gestione | Nessuna gestione attiva da parte del lavoratore | Possibilità di scegliere il fondo pensione e la linea di investimento più adatta alle proprie esigenze |
Disponibilit | Disponibile al momento della cessazione del rapporto di lavoro | Disponibile al momento del pensionamento o in alcuni casi di anticipo previsti dalla legge |
Sicurezza | Dipende dalla solidità finanziaria dell’azienda | Maggiore sicurezza grazie alla separazione patrimoniale tra il fondo pensione e l’azienda |
Sicuramente la Fiscalità al momento del riscatto è il punto su cui concentrare l’attenzione e un esempio, in questo caso, può essere utile metterla ulteriormente in risalto.
Immaginiamo che Anna, dopo 30 anni di servizio, decida di andarein pensione e abbia accantonato 100.000 euro di TFR lordo.
Calcolo della fiscalit
Per capire quanto le spetta di netto, bisogna innanzitutto ricavare la base imponibile, che si ottiene moltiplicando il TFR lordo per il parametro fisso 12 e dividendo il risultato per gli anni di servizio. Quindi:
(100.000 x 12) /30 = 40.000 euro.
La base imponibile ammonta a 40.000 euro. A tale somma va applicata l’aliquota IRPEF vigente, che oggi presenta i seguenti scaglioni:
- Sotto i 15.000 euro: 23%
- Da 15.001 a 28.000 euro: 27%
- Da 28.001 a 55.000 euro: 38%
- Da 55.001 a 75.000 euro: 41%
- Oltre i 75.000 euro: 43%
Considerato che per la fascia tra i 28.001 e i 55.000 euro l’aliquota IRPEF è fissata al 38%, ma che l’applicazione avviene in maniera progressiva, avrebbe una percentuale di tassazione sul trattamento di fine rapporto di poco inferiore al 30% (28,8% per l’esattezza)
TFR NETTO: 100.000 – 28,8% = 71.200 euro
Se invece, in precedenza, Anna avesse scelto di destinare il TFR ad un Fondo Pensione, al momento del riscatto la situazione sarebbe stata questa:
TFR NETTO: 100.000 – 15% = 85.000 euro nella peggiore delle ipotesi
100.000 – 9% = 91.000 euro nella migliore delle ipotesi
Ultime considerazioni
Un’ultima considerazione da fare è riferita al momento storico che stiamo vivendo.
Il cambiamento del mondo del lavoro registrato negli ultimi anni ha quasi cancellato il posto fisso, dando luogo a numerosi cambi di società e, di conseguenza, di datori di lavoro.
Ogni volta, quindi, il TFR viene liquidato e tassato, finendo frammentato e, ancor peggio, disperso lungo l’intera carriera del dipendente, col rischio ulteriore di spenderlo e quindi di non trovarsi più con una “buonuscita” dal lavoro.
Al contrario, nel Fondo Pensione il TFR viene accumulato in un unico strumento, anche a fronte di diversi datori di lavoro presso cui l’aderente è di volta in volta impiegato.
Il TFR rappresenta una risorsa importante per tutti i lavoratori dipendenti e proprio per questo merita un’attenta analisi ed una consulenza adeguata.